Il Caval Pist

Il Caval Pist

Da molti anni il caval pist (“cavallo pesto” in dialetto parmigiano, per chi di voi non lo sapesse) compare sulle tavole di gran parte dei parmigiani rappresentando una vera e propria tradizione.

Il cavallo pesto si può mangiare al naturale, cotto, lavorato con capperi e altro (dipende dalla creatività delle macellerie), accompagnato da un contorno oppure tra due fette di pane. In molti bar e locali di Parma, infatti, è possibile trovare panini, piadine e quant’altro al caval pist.

La carne di cavallo, tuttavia, viene consumata anche in altre località: parliamo di Veneto, Puglia, Sicilia fino al lontano ed esotico Giappone, dove è l’ingrediente principale di un piatto tradizionale che siamo sicuri piacerebbe a molti di voi. Si tratta del basashi, tipico della città del sud di Kumamoto e servito come sashimi, crudo e a fette sottili, o sotto forma di nighiri, cioè sopra una piccola porzione di riso.

Quella della carne di cavallo è una questione molto dibattuta in tutto il mondo, tant’è che in America il suo consumo è stato per anni bandito dalla legge, e anche se ora risulterebbe legale rimane un tabù per la mentalità diffusa degli americani che non lo assaggerebbero per nulla al mondo.

Fatto sta che la maggior parte dei parmigiani venera il caval pist e sceglie con cura in che macelleria acquistarlo. E tu dove lo prendi? 😉



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